Ogni anno ai premi Oscar viene presentato un video chiamato In Memoriam, un tributo alle star e ai personaggi scomparsi nell’ultimo anno. Purtroppo non sono solo gli artisti ad abbandonarci: ci lasciamo alle spalle un anno che ha visto l’estinzione di specie animali in tutte le parti del mondo con conseguenze importanti per il nostro futuro e quello del nostro pianeta.
In Memoriam – Ara di Spix
Tra le specie che ci hanno dato l’addio in natura troviamo il pappagallo blu, l’Ara di Spix, che ha calcato le scene nel film d’animazione ‘’Rio’’ e che non vedremo più volare libero nella foresta brasiliana. Tuttavia ne esistono ancora 100 esemplari, tutti in cattività. |
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Meno famosi, ma sempre in volo verso l’estinzione sono il passeriforme Alagoas foliage-gleaner e il Poo-huli. Uno studio condotto dai biologi per BirdLife International ha stabilito la probabilità di sopravvivenza di queste specie a solo 0.1% che le classifica da ‘’rischio estinzione critico’’ a ‘’estinte’’ nella Lista Rossa IUCN delle specie a rischio estinzione.
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Sierra de Omoa, la rana sul fiume (Craugastor omoaensis) – Una rana dell’Honduras. Invisibile dal 1974, è stato probabilmente vittima della perdita di habitat e del fungo chitride.
Pesce spatola cinese – La prima specie dichiarata estinta nel 2020 è stato il pesce spatola cinese (Psephurus gladius). Era uno dei più grandi pesci d’acqua dolce al mondo, dato che poteva raggiungere i 7 metri di lunghezza
Mantide nana spinosa – È stato raccolto un unico esemplare attorno alla metà del XIX secolo a Tolentino, un comune di circa ventimila anime in provincia di Macerata (Marche). Una mantide religiosa strettamente imparentata che vive alle Canarie rischia la stessa sorte.
Ma non è finita qui: abbiamo perso anche il Coguaro orientale, una sottospecie di puma non più avvistata dagli anni ’30- quando l’ultimo esemplare visto venne ucciso da un cacciatore nel Maine. Nel 2018 è stato ufficialmente dichiarato estinto il bellissimo animale.
Lemure bambù dorato (Hapalemur aureus) – Si stima che ne sopravvivano soltanto tra i 50 e i 250 esemplari. Drago senza orecchie delle praterie vittoriane (Tympanocryptis pinguicolla) – Visto l’ultima volta nel 1969. Ancora una volta, gli ambientalisti non hanno perso la speranza di trovarlo, ma se fosse davvero scomparso rappresenterebbe la prima estinzione nota di rettili in Australia. Delfini di fiume – I cetacei che vivono nei fiumi sono rarissimi e più minacciati di quelli che si trovano nei mari. Tutte le cinque specie di delfini d’acqua dolce/salmastre sono classificate minacciate di estinzione dalla IUCN. Pupfish di Villa Lopez (Cyprinodon ceciliae) – L’unico habitat di questo pesce messicano si è prosciugato nel 1991 e da allora non è stato più visto. L’IUCN lo ha dichiarato estinto nel 2019. In Memoriam La rana velenosa |
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Questa creatura dal nome meraviglioso è una delle tre specie di rane centroamericane ad essere state recentemente dichiarate estinte. Il minuscolo animale rosso, di Panama, era molto ricercato per il commercio di animali domestici e la IUCN ha ammesso di non sapere se l’animale potesse essere ancora vivo in una collezione privata.
La Salamandra Jalpa False Brook
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La creatura simile a un tritone era relativamente comune in Guatemala ma non è stata registrata per decenni. Le femmine vivevano solo nella regione di Jalapa proteggendo la loro covata di uova. Sono disponibili pochissime immagini delle piccole creature, che hanno code leggermente ricurve e vari cugini nella sottospecie del falso ruscello. Poiché le Jalpa vivevano sugli alberi e sul legno, si ritiene che le attività di disboscamento e agricoltura abbiano contribuito in modo determinante al loro declino.
Diamo il triste annuncio anche della morte di Sudan, l’ultimo esemplare maschio di Rinoceronte bianco settentrionale, che lascia da sole le uniche due femmine della specie rimaste.
Tristemente la stessa sorte toccherà a molti altri animali, come le piccole 12 Vaquita, rara specie di focena che ha purtroppo i giorni contati: Sea McKeon professore di biologia al St.Mary’s College of Maryland prevede che ‘’L’estinzione totale potrebbe avvenire l’anno prossimo o quest’anno…a un certo punto è come lanciare un dado’’.
Indovinate chi è il principale responsabile di tutto ciò? L’uomo e le sue attività che, come afferma Stuart Butchart scienziato a capo di BirdLife International, hanno avuto e continuano ad avere un fortissimo impatto sulle recenti estinzioni e l’attuale situazione è destinata a peggiorare in mancanza di sforzi decisivi e di un impegno comune per la conservazione delle specie.
Come se non bastasse, stiamo facendo piazza pulita anche delle specie recentemente scoperte: l’Orango di Tapanuli, tipico dell’Isola di Sumatra e scoperto nel 2017, è già considerato in pericolo critico a causa dell’industria umana.
Non si salvano nemmeno le specie più antiche: quasi estinte in natura anche le Salamandre giganti cinesi, gli anfibi viventi più grandi che si conoscano, considerate dei ‘’fossili viventi’’che vantano antenati risalenti al Giurassico.
Anche per le Giraffe e i Lemuri si prospetta un futuro difficile.
Molte specie tra i tanto odiati e fastidiosi insetti stanno via via scomparendo per la gioia di molti. Peccato che non si consideri il loro ruolo e si trascuri la loro utilità nel pianeta. McKeon riflette su come questi dati siano estremamente preoccupanti e dovrebbero mettere in allerta le persone.
Il numero delle bellissime Farfalle Monarca occidentali è calato del 97% negli Stati Uniti.
In Memoriam – Farfalla Monarca occidentale
Tartaruga dal guscio molle gigante dello Yangtze ( Rafetus swinhoei ) – L’ultima femmina conosciuta di questa specie è morta in Cina ad aprile durante una procedura di inseminazione artificiale, rendendo la specie effettivamente estinta.
Un po’ di speranza per Le specie scomparse in natura
Il 2018 non ha portato solo dolori, ma uno spiraglio di luce si intravede in quelle specie che sono state salvate come il Gorilla di montagna e i Rinoceronti neri selvatici. Il topo Canguro di San Quintin, trovato vivo dopo 30 anni di latitanza, e la Salamandra del Lago Pátzcuaro è stata salvata dall’intervento delle suore messicane.
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Inoltre, la ricerca sta facendo dei passi avanti che potranno consentire la fecondazione in vitro tra rinoceronti bianchi del nord e del sud, per dare speranza alle due femmine lasciate sole nel Sudan.
Ora non possiamo più permetterci di sbagliare.